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Le ex risare di Semonzetto

f ex risere 01 LE EX RISARE DI SEMONZETTO

La zona delle ex risare (risaie) di Semonzetto si trova a meridione di Semonzo, comune di Borso del Grappa (TV).

Occupa una superficie di circa 40.000 metri quadrati , in prevalenza pianeggiante, cosparsa di piccole colline e con altitudine che varia da 160 a 180 metri sul livello del mare.

L'area in esame presenta pozze d'acqua sorgiva, alcune delle quali di recente, sono state coperte dall'uomo, al fine di poter praticare l'agricoltura. La zona presenta prati umidi che sono regolarmente falciati mentre nelle colline si allevano i bovini.

La zona è interessante dal punto di vista naturalistico e al suo interno si trovano ville antiche, testimonianze di ricche famiglie del 1600.

UN GIRO IN BICI TRA VILLE E FONTANILI.

f ex risere ruscello 01 In bicicletta alla scoperta di questi luoghi poco conosciuti.

L'escursione è facile e adatta anche alle famiglie.

Da Bassano prendiamo la strada statale che porta a Semonzo. Superato il paese di Romano D'Ezzelino seguiamo sempre la S.S. e giunti all'abitato di Semonzo, giriamo a destra, in via Semonzetto. Da qui ha inizio il nostro itinerario in bici.

Seguiamo la via Semonzetto della quale, l'edificio principale, porta ancora i segni di residenza nobiliare. Dopo circa 170 metri , allo stop, giriamo a sinistra. A sud di questa stradina scorgiamo una collinetta con una croce, alla cui destra sorge l'antico Palazzo Faggion che prende il nome dal proprietario che nel 1800 successe alla famiglia Grimani. Al chilometro 0,780 giriamo a destra, in via Pere (attenzione al cartello che presenta la scritta un po' sbiadita). Un centinaio di metri e termina l'asfalto. Si rende assolutamente necessaria la mountain bike. Il prossimo pezzo di strada è infatti sterrato e spesso bagnato e fangoso, causa il terreno argilloso e il passaggio dei trattori che lavorano gli appezzamenti adiacenti (chi non possiede la MTB può scegliere di percorrere questo tratto a piedi ). Dopo pochi metri di sterrato incontriamo una risorgiva che forma un piccolo stagno dal quale gli agricoltori raccolgono l'acqua con le cisterne. Al fianco sinistro della stradina scorre un ruscello che in certi periodi dell'anno esce dal suo alveo e inonda la strada. L 'ambiente naturale, anche se ammaestrato dall'uomo, è veramente spettacolare. La carrareccia alberata, i prati umidi e le collinette accompagnano questo nostro tratto d'escursione. In questo luogo ricco d'acqua un tempo era coltivato il riso e alla zona era dato il nome di “risere di Semonzo”. Al chilometro 2,200 ha termine lo sterrato e al chilometro 3,280 giungiamo ad uno stop, nei pressi della villa Drigo.

Giriamo a sinistra (a destra si può far ritorno a Bassano) e poco dopo incontriamo l'unica e breve salita dell'escursione.

Al chilometro 3,870 giungiamo al bivio che a sinistra conduce al santuario della Madonna dell'Acqua. Noi invece scendiamo a destra per raggiungere la S.S. che da Mussolente porta a Borso del Grappa. Allo stop si svolta a sinistra per Borso. Giunti in contrà Molini, al chilometro 6,670 si gira a sinistra per via Caose, seguendo la quale si chiude l'escursione dopo circa 8 chilometri di pedalata.

L'AMBIENTE NATURALE

NOTE FLORISTICHE

E' opinione diffusa tra i profani ma anche tra gli appassionati di storia naturale, che i biotopi umidi di pianura non siano interessanti quanto quelli siti in montagna. Questo è dovuto al fatto che gli ambienti di pianura, dal punto di vista paesaggistico, non sono spettacolari al pari di quelli montani.

Altro pensiero limitante è che in questi biotopi, manipolati dall'uomo, vivano solamente specie banali, a grande valenza ecologica.

Come vedremo più avanti in questi biotopi, ove la presenza dell'acqua crea habitat particolari, vivono piante e animali igrofili (amanti un forte tasso di umidità) che non possono sopravvivere in ambienti che non presentano dette caratteristiche.

In questi spazi la vita animale e vegetale subisce continui cambiamenti. L'uomo ha variato negli anni la struttura di questi luoghi, ha bonificato alcune zone, (le risere non esistono più da tempo) ha cambiato la direzione dei corsi d'acqua per permettere l'agevole irrigazione dei coltivi. Nei fossati s'insediano piante acquatiche che se non sono sradicate causano la fuoriuscita dell'acqua dagli alvei dei ruscelletti allagando il terreno circostante. La pulizia di detti ambienti porta però alla sparizione d'interessanti specie vegetali e degli insetti che vivono a loro spese.

In passato in questi luoghi sono stati fatti studi botanici da parte di due illustri Bassanesi, Alberto Parolini (1788 – 1867) e Giovanni Montini (1802 – 1854 ) i quali hanno raccolto campioni di piante conservate nei loro erbari, ora di proprietà del Museo di storia Naturale di Bassano.

La comparazione di detto materiale con quello raccolto in questi ultimi anni (Busnardo 2000 – 2002) ha evidenziato una notevole trasformazione dell'ambiente e una gran diversità tra la flora attuale e quella di un tempo.

Busnardo ha compiuto uno studio botanico di questi luoghi ed il lavoro è stato pubblicato sul “quaderno del Museo di storia naturale di Montebelluna” n° 2 del 2004.

In questa ricerca lo studioso bassanese cataloga ben quattordici siti umidi nei colli Asolani.

In questo biotopo sono state raccolte specie vegetali di un certo interesse e ricordo il Crocus biflorus, la Carex gracilis, il Taraxacum palustre e le rare Filipendula ulmaria, Scutellaria galericulata e la Succisa pratensis.

NOTE ENTOMOLOGICHE

Negli ambienti umidi di pianura, a differenza di analoghi biotopi presenti nell'Arco Alpino, non esistono specie endemiche. Infatti, mentre la fauna montana ha origini più antiche, quella della pianura è molto più giovane, non è stata influenzata dalle ere preglaciali ed è in continua evoluzione.

Lo studio entomologico delle zone umide di Semonzetto si rivela in ogni modo interessante, grazie al fatto che all'interno dell'area considerata esistono microambienti differenti tra loro, ricchi dal punto di vista alimentare e quindi idonei all'instaurarsi di numerose nicchie ecologiche.

Ricerche condotte dal sottoscritto hanno evidenziato che gli insetti acquatici (libellule e coleotteri soprattutto) non sono poi diversi da quelli viventi in luoghi analoghi. Questo è dovuto al fatto che molte specie di questi ordini sono alate e quindi hanno la possibilità di spostarsi da un ambiente all'altro senza alcuna difficoltà.

Meno ricca, come numero di specie, è la fauna entomologica legata alle piante acquatiche, questo a causa della monotonia vegetazionale dei luoghi umidi.

Legate ai cariceti (Carex gracilis, C. acutiformis, C. elata) sono i bellissimi crisomelidi : Donacia reticulata,specie molto localizzata, Donacia simplex, Plateumaris consimilis e Plateumaris rustica, specie molto rara raccolta in un solo esemplare.

Sui fiori dell'arcobaleno, piante del genere Iris, vive un piccolo coleottero, il curculionide Mononychus punctum album.

Più interessante è la fauna del terreno e le ricerche hanno dato buoni risultati. In questo microambiente sono stati raccolti coleotteri che fino ad ora, sul Massiccio Monte Grappa, sono stati raccolti solo negli ambienti umidi delle ex risere di Semonzo.

E' il caso, ad esempio, del coleottero curculionide Raymondionymus marqueti venetus, che attacca le radici delle graminacee, dell'Erichsonius signaticornis, stafilinide che predilige i luoghi umidi, degli stafilinidi del genere Zyras che vivono con le formiche (mirmecofili).

Interessante il ritrovamento, setacciando terreno lungo la riva di un corso d'acqua, di due esemplari del piccolo stafilinide (mm. 1,9 di lunghezza) Leptusa ruficollis. I coleotteri di questo genere sono importanti indicatori dello stato di salute di un ambiente terrestre.

Si spera che questi ambienti così particolari e rari nel nostro territorio, siano messi sotto protezione e conservazione, al fine di non perdere un patrimonio naturale e culturale.

Danzi Fabio -

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