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Gli abitanti delle gallerie di guerra

LE GALLERIE DI GUERRA DEL COL CAMPEGGIA (M. Grappa )

•  La loro fauna - di Danzi Fabio –

La mia passione per l'entomologia, scienza che studia gli insetti, mi ha portato, negli ultimi sei anni, a raccogliere coleotteri sempre più minuti.

Molti di questi insettini si raccolgono sul terreno, tra i detriti vegetali o sotto terra. Essi vivono nelle micro cavità del suolo e si catturano con tecniche di caccia particolari.

Questo ambiente, studiato per la prima volta da ricercatori francesi all'inizio degli anni ottanta dell' ottocento, si trova a una profondità che varia da poche decine di centimetri fino a qualche metro e in molti casi può comunicare con cavità quali, grotte naturali o gallerie artificiali costruite dall'uomo.

Le cavità, siano esse naturali o artificiali, danno la possibilità al ricercatore di scendere sotto la superficie terrestre e compiere quindi osservazioni scientifiche mirate.

Il popolamento animale delle grotte naturali è da tempo studiato, mentre sono state trascurate le ricerche negli habitat artificiali. .Nelle poche ricerche effettuate in ambienti artificiali si sono a volte ottenuti risultati sorprendenti. Il primo esemplare dell'ortottero Dolichopoda geniculata fu raccolto in un sotterraneo di Napoli e il coleottero colevide, Boldoria ghidinii, fu descritto su un esemplare raccolto nei sotterranei del castello di Brescia.

Sulle Prealpi venete, vista la loro origine carsica, gli ambienti di grotta non mancano e neppure mancano le cavità costruite dall'uomo, quali ad esempio le numerose gallerie di guerra. Grazie a questi “ vuoti “ percorribili dall'uomo, è permessa l'esplorazione del sottosuolo e l'incontro con esseri viventi che hanno eletto le micro fessure del terreno come loro ambiente di vita e che nelle cavità di una certa dimensione si trovano occasionalmente.

FATTORI LIMITANTI LA VITA NEGLI AMBIENTI SOTTERRANEI.

Le cavità sotterranee hanno in comune alcune importanti caratteristiche :

Al loro interno non esiste la luce e quindi nessuna possibilità di vita da parte delle piante, principale elemento nutritivo in ogni catena alimentare.

L'alimento è quindi piuttosto scarso ed è preclusa così la vita agli esseri viventi fitofagi (che si nutrono di sostanze vegetali)

La sostanza vegetale che può essere presente in una grotta o in una galleria artificiale è costituita solamente dai detriti trasportati entro la cavità, o dal vento, o dalle piogge (secondo la posizione dell'entrata della cavità rispetto al terreno).

La temperatura e l'umidità, quest'ultima prossima alla saturazione, 95 / 100 %, rimangono costanti per tutto l'arco dell'anno.

Molti esseri viventi, come ad esempio gli acari, si sono specializzati al punto di essere in grado di vivere in queste cavità, a spese dei detriti vegetali e forniscono alimento ai loro predatori.

Gli insetti specializzati alla vita in totale assenza di luce presentano maggior sviluppo degli organi sensoriali, diminuzione, o addirittura scomparsa degli occhi e delle ali e presentano zampe molto allungate.

LA RICERCA

Nel 2002 decisi d'iniziare una ricerca nelle varie gallerie di guerra presenti sul Massiccio M. Grappa, ed iniziai proprio da quelle del Col Campeggia.

UBICAZIONE

Le gallerie si raggiungono seguendo in auto la statale che da Romano D'Ezzelino sale alla cima del M. Grappa. Prima della località Campo Solagna, a quota 980 metri , nei pressi di una cava, si svolta a destra e si sale per qualche chilometro fino ad incontrare una tabella segnaletica che indica le gallerie stesse. Si parcheggia e si scende per il sentiero n° 54 che in appena 5 minuti ci conduce alla prima galleria. ( 1070 msl ) Per entrare è obbligatoria la lampada frontale.

La si percorre e alla fine ci si trova dinanzi ad una breve scaletta che, in verticale ci conduce tranquillamente all'aperto. Qui si segue il sentiero che in breve spazio ci riporta nuovamente sul percorso principale da dove, senza problemi, si possono visitare le altre gallerie.

La visita richiede poco tempo e il percorso può essere effettuato con soddisfazione anche dai bambini.

PRIME OSSERVAZIONI

Entrando nelle gallerie del Col Campeggia è possibile osservare, aggrappate alle pareti, diverse cavallette appartenenti al genere Troglophilus del quale, in Veneto esistono due specie. Queste cavallette dalle lunghissime antenne, derivano da faune calde dell'era prequaternaria, rifugiatesi nelle grotte in seguito allo sconvolgimento climatico e isolate nelle aree di rifugio Prealpine, delle quali il Monte Grappa fa parte. Esse hanno dieta vegetariana e la notte sortiscono dalle gallerie per cibarsi.

Frequenti sono anche i ragni e la comune zanzara, che di giorno trova nelle gallerie un valido rifugio.

Le gallerie fungono da ricovero anche per alcune farfalle notturne e occasionalmente vi possono passare l'inverno le Vanessa, splendide farfalle diurne

LE CACCE SPECIALIZZATE

Il metodo di raccolta principale consiste nel capovolgere le pietre che si trovano sul fondo della galleria e osservare, con l'aiuto della pila frontale, con molta attenzione, la parte della pietra che appoggiava al terreno. I coleotteri disturbati cercheranno di fuggire e, se di dimensioni molto piccole, uno, quattro millimetri, verranno catturati con l'aspiratore, piccolo accessorio costituito da un piccolo barattolino di plastica con tappo, dal quale escono due cannette in gomma, l'una va portata vicino all'animale e l'altra alla bocca. Aspirando l'aria l'insetto viene succhiato entro il barattolo. Se di dimensioni maggiori, l'esemplare viene raccolto con le mani (ricordo che i coleotteri sono innocui ).

Il metodo di raccolta più specialistico, ma spettacolare, consiste nel vagliare il terreno (ghiaia, terriccio ed eventuali detriti vegetali), presente in galleria.

Si raccolgono i vari detriti entro un sacco in robusto cotone, profondo circa 80 centimetri , munito a 40 centimetri di una rete metallica con maglia di trama un centimetro, la quale non lascia scendere nel fondo le pietre e i detriti più grossi che vanno subito scartati.

Il materiale così raccolto sarà poi vagliato con setacci a maglia via via più fine, sopra un telo bianco.

Fatto questo si attende che dai detriti così ottenuti i piccolissimi coleotteri fuggano sopra al telo bianco, tradendo così la loro presenza. Essi saranno catturati sempre con l'aspiratore.

RISULTATI

I risultati delle mie ricerche, tenendo conto che queste gallerie di guerra, grazie all'opera di manutenzione, da parte del gruppo alpini, sono molto frequentate da visitatori, sono stati più che soddisfacenti.

Uno dei primi risultati è stata la cattura di cinque esemplari del coleottero carabide Laemostenus schreibersi (kust.), lungo circa 15 mm ., raccolto a vista sotto le pietre. Si tratta di specie che frequenta le grotte (es. Grotta di Oliero, raccolto un esemplare da Lazzarotto Marco, es. in mia collezione) e vive sotto alle macerie e a grossi massi. Si trova sulle Alpi e Prealpi, dal monte Baldo alla Slovenia e non è raro.

L'Orotrechus targionii gestroi(Tamanini), carabide che vive solamente sul Massiccio del Monte Grappa. Lungo 3,8 millimetri , è privo di occhi e si trova sotto grosse pietre e in cavità profonde.

Specie di carabide molto interessante è lo Speluncarius pesarinii (Bucciarelli), specie endemica del monte Grappa, scoperta nel 1979. E' lungo 10 millimetri .

Il ritrovamento di questo genere di coleottero ad est della Valsugana, presenta un notevole interesse dal punto di vista paleogeografico, in quanto costituisce la conferma del collegamento prewurmiano del Massiccio Monte Grappa con l'altipiano di Asiago, quando cioè, secondo i geologi, il fiume Brenta si univa al Piave all'altezza di Feltre. Si tratta di specie molto rara.

Il Troglorhynchus anophthalmus (Schmidt), coleottero curculionide cieco, lungo circa 5 millimetri . Vive sotto terra, tra le microfessure e si nutre di radici. Specie assai difficile da trovare. Sale più in superficie nei periodi molto piovosi, durante i quali si nutre di radici di graminacee.

Altro coleottero interessante è il Pselafide Bryaxis rugosicollis (Fiori), lungo appena 1,8 millimetri . Questa specie si trova in Veneto e Trentino alto Adige.

Il coleottero più piccolo raccolto è un rappresentante della famiglia colevidi. Si tratta del Pholeuonidius halbherri (Reitt.) di appena 1,4 millimetri di lunghezza, ceco e frequentatore di muschi.

Le ricerche biospeleologiche degli ultimi anni hanno dato importanti risultati ma, visto che l'ambiente di vita di questi piccoli animaletti è molto più vasto dello spazio occupato da grotte e gallerie non resta che proseguire con le ricerche, nella speranza di scoprire specie nuove alla scienza.

Danzi Fabio -

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