La posizione geografica del monte Grappa e di tutto il versante meridionale del massiccio, a ridosso della pianura veneta fa di esso un'area particolarmente ricca, sia dal punto di vista floristico, sia da quello vegetazionale. Infatti, le condizioni climatiche derivanti dalla sua ubicazione hanno favorito l'integrazione della vegetazione di macchia arbustiva, tipica delle zone mediterranee, con le formazioni boreali montane che occupano spazi relativamente ristretti nei quali troviamo boschi a prevalenza di conifere e arbusteti subalpini, propri delle zone lungamente innevate.
In corrispondenza degli aspri costoni delle valli laterali, in particolare di quella del Brenta, si sono diffuse piante capaci di tollerare lunghi periodi di aridità e forti escursioni termiche, provenienti dalle zone più continentali dell'est europeo e dalla Siberia.
Molto interessanti sono le specie cosiddette illiriche che trovano qui il loro massimo centro di diffusione; tra queste: la rarissima Centaurea rupestris degli ambienti carsici, la Genista sericea, il Seseli gouanii, il Cytisus pseudoprocumbens ed altre.
Il ruolo del Grappa come rifugio per specie rare è testimoniato dalla presenza della Centaurea alpina, pianta localizzata solo in due zone del massiccio: nel vallone Cornosega e nelle stazioni arido-rupestri sopra Carpanè. Esso è anche limite di espansione per alcune specie: limite di penetrazione orientale per la Primula spectabilis, limite di diffusione occidentale per l'Euphorbia kerneri e il Lilium carniolicum.
Ma la grande ricchezza floristica del Grappa deriva anche dall'antropizzazione che, prediligendo i pascoli e i prati a sfalcio ha portato al disboscamento di vaste zone submontane e bassomontane (600-1200 m slm) popolate da boschi di forra creando nuovi ambienti e condizioni favorevoli per la propagazione di nuove specie, anche di provenienza esotica.
In seguito all'alterazione dell'ambiente naturale non sono mancate conseguenze negative come il rapido propagarsi di nuove specie e il loro prevalere sulla vegetazione tipica del massiccio. Un esempio significativo ci viene dalla robinia, pianta infestante diffusasi in vaste fasce disboscate o abbandonate.
Vegetazione tipica delle fasce submontane e bassomontane:
Boschi di forra: popolati prevalentemente da aceri-tiglieti e, in minoranza da aceri frassineti, convivono specie appartenenti alle latifoglie nobili quali frassino maggiore, tigli, olmo montano, acero di monte, acero riccio e, in quantità minore, esemplari di faggio e di carpino nero e bianco.
Sottobosco: a prevalenza di tasso, fusaggine a foglie larghe e il raro Philadelphus coronarius;
Prati e pascoli: varietà di erbe tra le quali citiamo la Lunaria rediviva, Phyllitis scolopendrium, le felci, gli aconiti, la Dentaria pentaphyllos, l'Asperula taurina.
Vegetazione della fascia montana superiore:
Boschi: di faggio puro o misto con l'abete bianco. Presenza in alcune parti, non soggette all'intervento dell'uomo, di sottobosco ricco e ben stratificato. Versanti nord occidentali con ampia e articolata gamma di tipologie forestali e la notevole diffusione di boschi a castagneto.
A cura di Citton Lisa
Vi segnaliamo i seguenti libri del WWF pubblicati dal Settore Diversità Biologica e cioè il libro Rosso delle Piante d'Italia - WWF e Ministero Ambiente - 1992 - Conti F.,Manzi A.,Pedrotti F. - ed il Libro Rosso degli Invertebrati - WWF e Ministero Università e Ricerca Scientifica - 2002 - Cerfolli F.,Petrassi F.,Petretti F.. Queste pubblicazioni le abbiamo ancora disponibili e le distribuiremo a titolo gratuito a chiunque ne facesse richiesta.
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La notevole diversità di ambienti presenti nel Grappa assicura una flora assai ricca e varia. Tutto questo giustifica l'interesse provato da numerosi botanici del secolo scorso e dei nostri tempi per la flora del Grappa. Purtroppo ancor oggi non esiste un catalogo che documenti in modo esauriente questa ricchezza.
La flora del Veneto, in generale, è la più ricca fra quelle delle regioni dell' Alta Italia. Questa grande ricchezza floristica più che nelle montagne interne ed elevate si trova nelle catene prealpine. Infatti, durante l'Era neozoica (o quaternaria) e precisa- mente nel periodo glaciale, i ghiacciai si spinsero ad occupare gran parte dell'Europa, comprese le Alpi. Alcune montagne prealpine rimasero, in par - te, al di fuori dei ghiacciai e costituirono il rifugio per molte piante che altrimenti avrebbero dovuto scomparire. Altro fattore che contribuiva alla formazione di specie endemiche, limitate cioè ad area ristretta, è costituito dal prolungato contatto che, in queste zone di transizione, si è avuto tra flora alpina e flora più meridionale.
" Sulla base dello studio bibliografico e di ricerche personali -scrive Giuseppe Busnardo -è possibile stimare con buona approssimazione un totale di 1300-1350 specie vascolari viventi nel Massiccio. Quantitativamente è un buon dato poiché si tratta di poco meno di un quarto delle 5599 entità censite complessivamente in Italia.
Se poi lo consideriamo qualitativamente, lo vedremo composto di un rilevante gruppo di specie rare o di notevole interesse botanico che ne con- fermano il valore come patrimonio insostituibile".
Schematicamente sul Grappa si possono individuare, in modo da poter ricostruire un quadro d'insieme del patrimonio verde, le seguenti fasce di vegetazione :
a) Fascia collinare submontana.
È estesa dalla zona pedemontana e valliva fino a quote attorno al 1100 metri; nei versanti più soleggiati questo limite tenderà a salire anche a 1300 metri, in quelli più settentrionali e più freschi a scendere a quote attorno ai 600- 700 m. Il tipo di vegetazione più diffuso è costituito dal bosco caducifoglio termofilo misto, dove le essenze caratteristiche sono il carpino nero ( Ostrya carpinifolia Scop), la roverella (Quercus pubescens Willd) e l'orniello (Fraxinus ornus L.). Questa boscaglia, sul Grappa, è insediata su suoli magri e su pendii ripidi e assolati. Infatti le zone favorevoli, a quote più basse, sono state trasformate in prati falciabili e castagneti. Molti di questi ambienti non sono però mantenuti con periodiche falciature e pian piano tendono ad essere riacquistati dai boschi.
h) Fascia montana.
È limitata inferiormente dai confini della prece- dente fascia, mentre si spinge verso l'alto fino ai 1500 m. È caratterizzata dal faggio (Fagus silvatica L.) .Albero esigente d 'acqua e soprattutto di umidi tà atmosferica, il faggio richiede, per i suoi fenomeni vegetativi, una quantità di calore veramente piccola e perciò la zona climatica da esso caratterizzata è tipicamente fredda. La zona del faggio s'inizia dove termina quella del castagno. Le due zone non si sovrappongono come fasce ininterrotte e regolari, ma s'intersecano nel modo più va- rio. Si può pertanto vedere il faggio scendere notevolmente dalla sua zona caratteristica, che si aggira sui 1000 m. Questo avviene lungo le vallate dove trova umidità e frescura. Da tutto questo deriva che la composizione floristica dell'insieme delle specie accompagnatrici è mutevole, dipendendo dalle diverse situazioni morfologiche, edafiche e climatiche. Nella sua zona di vegetazione, il faggio è accompagnato dalle conifere: abete rosso (Picea excelsa Link) , abete bianco (Abies alba Mill.) , lari- ce (Larix decidua Mill.) e da rari esemplari di Pino Cembro (Pinus cembra L.) .Il faggio decimato nei secoli passati con tagli eccessivi s'impone fisionomicamente in faggete pure o miste ad altre conifere soltanto su aree di limitata estensione, avendo preso il sopravvento i boschi di abete e larice.
c) Zona culminale.
È la parte più elevata del massiccio, posta al di sopra del 1500-1600 metri, di estensione ridotta, è limitata ai dintorni della vetta e alle sommità della dorsale M. Coston M. Meda. Vi sono diffusi i pascoli, gli arbusteti, i popolamenti dei ghiaioni e dègli affioramenti rocciosi. La vegetazione erborea scompare del tutto. È caratterizzata dai rododendri, dai salici nani, dal ginepro e dal mugo. La varietà di ambienti, dovuto anche ad interventi umani, determina una varietà di consociazioni erbacee.
" Chi ama la montagna le lascia i suoi fiori " era l'azzeccato slogan di una campagna lanciata una ventina d'anni fa dal CAI in difesa della flora di montagna. Qua e là magari arrugginiti, impallina- ti, sopravvivono alcuni tabelloni metallici che mo strano un alpinista che se ne va a mani vuote, la- sciando l'ambiente montano pieno di fiori.
Se il rispetto per la flora di montagna vale sempre ed in ogni luogo, questo vale più per la flora del massiccio del Grappa, che ospita piante rare ed endemiche, esclusive cioè di questa montagna o che si possono trovare soltanto in limitati territori circostanti. Formulare un elenco completo di queste rarità è, per ora, impossibile, mancando un censimento completo della flora del Massiccio. Con l'ausilio anche della letteratura pio recente ( G. Busnardo, in Monte Grappa, un patrimonio ambientale -1985) mi limiterò ad un elenco sintetico di alcune piante tra le più significative:
Centaurea Alpina L. -Rara Specie che colonizza pendii sassosi e cespugliosi assolati Cm. 300- 1000) .Vive sui dirupi della Cornosega ed in Val- brenta tra Solagna e Rivalta.
Cortusa Matthioli L. -Vive in anfratti umidi, lunga- mente innevati, dell'alta Val Bastianuzzi e del ver sante ovest dei Salaroli. Fiorisce fra maggio e giugno.
Daphne Alpina L. -Colonizza rocce e ghiaioni calcarei. Presente nel versante sud del Grappa CColombera, Monte la Croce di Pove) , in rupi dei Colli Alti ed in Valle S. Felicita. Fiorisce da marzo a giugno.
Geranium Macrorrhizum L. -Fiorisce da aprile a maggio, in macereti, alla base di anfratti, presso le rive di ruscelli. È presente in Valle di Schievenin.
Iris Cengialti Ambrosi -Colonizza pendii rupestri assolati dei Colli Alti, della Cornosega, del Boccaor e dell'alta VaI Prada.
Laserpitium Krap.fii Crantz. -Sul Grappa, la sola stazione nota, è quella presso i ghiaioni della cima, in cui si presenta con la subsp. Gaudini. Fiorisce tra aprile e luglio.
Lilium CarniolicumBernb. -Vive in luoghi rupestri solatii, tra gli 800-1500 m. nella Cornosega e al Boccaor.
Moehringia Bavarica Kern -Vive in rupi calcaree umide nella zona di Cismon, in Valbrenta e nei Colli Alti. Fiorisce da marzo a maggio.
Primula Spectabilis Tratt. -Abbondante in ambienti erbosi rupestri tra il Colombera e le Meate, sulla Costa Alta di Carpenè. Fiorisce tra maggio e luglio.
Pulsatilla Montana Hoppe -I boccioli, pelosi, pro ducono fiori a forma di coppa tra aprile e maggio. Vive in prati magri ed assolati. Sporadica sul Grappa.
Saxifraga Mutata L. -Colonizza rupi e luoghi sassosi, calcari, umidi. Nel Grappa è comune alle Mea- te e sui Salaroli. Fiorisce fra maggio e giugno.
Saxifraga Squarrosa Sieb. -Presente nel Grappa con la subsp. grappae MassaI, vive sulle rupi e de- triti calcarei delle Meate. Fiorisce da aprile a luglio. Saxifraga Petrae L. -Vivente su rupi calcaree umide, la si trova ai Colli Alti, sui Salaroli e nella Valle Schievenin.
Ricordo che molte specie debbono essere rispettate, perchè particolarmente sensibili e facili da scomparire da una determinata zona quando vengono di frequente raccolte: prime fra tutte le Orchidee, le Liliacee, le Primule, le Genziane, i Ciclamini; gli anemoni ed infine, con particolare raccomandazione, la Stella alpina.