costruita tra il 1980 – 1981 data di inaugurazione 28/06/1981
C'è stato un periodo a cavallo tra gli anni 50 e 90 del secolo scorso , in cui , l'intraprendenza di pochi e validi soggetti, portava a ideare e realizzare qualsiasi opera innovativa che raccogliesse il parere favorevole dei pochi arditi e del consenso dei paesani.
Oggi quella capacità imprenditoriale la chiamiamo “strart up”, all'epoca era “se poderia far, dai che fon “ (si potrebbe fare, dai che facciamo) Ricordo che i mezzi erano pochi, i soldi meno, in compenso, la burocrazia era quasi facoltativa …... . All'epoca, sulla carta c'era ben poco, L'idea generale era nella mente di tutti i volenterosi, i singoli dettagli erano nella mente di ciascuno, tutti i problemi sparivano di fronte alla buona volontà ed all'entusiasmo.
LE ORIGINI
In quel che allora era Paderno del Grappa, c'era e c'è tuttora il “MEL” (manipolo escursionisti san Liberale), una associazione locale che organizzava (all'epoca) buona parte della vita sociale e culturale del paese, era impegnata nella organizzazione di alcune sagre, di escursioni in montagna, di feste varie, marce , serate a tema ecc. ecc. e non mi vergogno a dirlo, che era più importante dell'amministrazione comunale.
Ed è dal grembo del MEL che nacque l'idea che poi venne messa in pratica.
In secondo luogo (che sarebbe il primo per importanza ) è il massiccio del Grappa, in quanto anche la miglior idea di ferrata in mancanza della materia prima (la roccia), non avrebbe nessun seguito.
Paderno e Fietta … si trovano proprio al centro del massiccio con il bellissimo anfiteatro della Valle di San Liberale che oltre ai boschi vanta la presenza due spalti di roccia denominati “Meatte” ad est e “Napon” ad ovest, con, al centro, il canalone del “Boccaor”. Le balze rocciose più affascinanti sono quelle delle “Meatte” ed è stato proprio qui che è stato trovato il costone roccioso più adatto al percorso da realizzare.
Poco dopo l'ideazione, i nostri prodi, coinvolgendo il Soccorso Alpino locale e le “Aquile di San Martino di Castrozza, iniziarono i sopralluoghi e la costruzione del tracciato, percorso che andava a sfruttare dei sentieri esistenti per quel che riguarda l'arrivo all'attacco, il resto era tutto da inventare.
Altra faccenda era reperire il materiale, i soldi erano pochi, e quindi si approfittò di alcune “donazioni” e alcuni “prelievi” sui quali è meglio non entrare nel merito …... . Reperito il materiale , si iniziò la costruzione. Data la mancanza di attrezzi, il primo impianto era stato realizzato semplicemente , conficcando i chiodi nelle fessure della roccia e cementando chi stessi con della boiacca, cavo in acciaio e morsetti fecero il resto. Prese luce anche il ponte tibetano, ponte che in origine era composto da 3 semplici cavi strutturali, uno dove posare i piedi, gli altri 2 per le mani, il tutto intelaiato da altro cavo e relativi morsetti.
Dobbiamo dare merito ai fautori dell'impresa in quanto il trasporto del materiale dal distante parcheggio. venne fatto a spalla a suon di 20 -30 kg alla volta (ciascuno) in quanto era troppo costoso l'uso di elicotteri o altri mezzi.
Ogni sabato e domenica favorevoli, gli arditi si avventuravano sulle balze per procedere con il lavoro. Non bastando le fatiche del lavoro, visto che gli zaini erano comunque già pesanti per il materiale che, qualche burlone, aproffittava della situazione per parcheggiare qualche sasso dentro lo zaino del solito malcapitato. Ovviamente il malcapitato si sarebbe ritrovato il ricordo a casa...................
Si arrivo a metà del 1981, l'ultimo lavoro era la sistemazione del sentiero di accesso (tenuto segreto per evitare che qualcuno utilizzasse la struttura anzitempo) . Per il giorno della inaugurazione fu pubblicizzato il volantino qui sotto riportato.
Quel giorno, sedicenne , percorsi l'intero tracciato di prima mattina con altri 2 amici. arrivati alla “sella del candidato” abbiamo firmato il registro, eravamo i primi di una giornata che ha visto il transito di moltissime persone. Ricordo che era una bella giornata , peccato che sopra i 1000 m ci fosse il “caivo” , cioè le nubi che all'epoca , “chiudevano” il “Grappa” per buona parte del periodo estivo, mentre ora sono presenti per pochi giorni all'anno. Tornati a San Liberale abbiamo trovato ancora gente che si apprestava a salire.
L'ORIGINARIA LOCANDINA DELLA INAUGURAZIONE DELLA FERRATA
Dopo pochi anni l'uso della struttura superava le più rosee previsioni, la contropartita era la rapida usura delle attrezzature. Il percorso fu rifatto in quanto i semplici chiodi piantati , non tenevano più e la manutenzione era continua, Fu acquistato un moto trapano che permise di forare le rocce più solide e piantare i nuovi chiodi tassellati che oltre alla affidabilità, garantivano una minore manutenzione.
Il Massiccio del Grappa non fa parte e non ha il fascino dei vicini massicci dolomitici, quindi si presupponeva che l'utilizzo del tracciato fosse limitato. In realtà l'amenità del costone roccioso, la varietà nella tecnica di salita con la presenza di passaggi su roccia in camino, su diedri, placche , salti ecc lo rendono molto attraente. Il suo accesso è precluso solo nei pochi inverni con troppa neve. Alla fine dei conti vengono registrati passaggi durante tutto l'arco dell'anno, anche di notte viene a volte percorso con il favore della luna piena , agevolati dal fatto che la roccia è chiara e l'esposizione è a sud.
Una decina di anni fa l'intera attrezzatura è stata sostituita con nuovi chiodi in acciaio inox, il ponte tibetano è stato sostituito “a norma di legge” da una passerella , facendo perdere parte del fascino all'intero percorso.
Ricordiamo che questo percorso attrezzato è uno dei più frequentati e di conseguenza richiede una continua manutenzione . Il “registro presenza”, una volta era situato sulla cassetta presso “la sella del candidato”, ora si trova in corrispondenza dell'ultimo salto. Dalla conta delle firme si registrano mediamente un migliaio di passaggi all'anno , oltre a coloro che non firmano.
Il percorso è conosciuto in tutta Italia e negli ultimi anni viene utilizzato anche da qualche gruppo proveniente da tutta Europa. Questo può essere motivo di orgoglio da parte di coloro che lo hanno tracciato la prima volta .
Nel corso degli anni sono stati registrati anche alcuni incidenti , proporzionalmente al numero di utilizzatori, quindi si raccomanda sempre la dovuta attenzione e attrezzatura nel percorrere la ferrata.
Si ringrazia per l'inventiva e il lavoro dedicato , gli originari fautori, Nazareno, Siro, Gian Attilio, Tullio Agostino, Antonio , Luciano, Onorio ecc. ecc. Se non ho menzionato qualcuno, fatemelo sapere che vedrò di integrare . Buona ferrata a tutti
Zalunardo G.
ALCUNE FOTO DELLA FERRATA
Natura verticale, bellissima placca verticale
Parte finale sopra il ponte
Il costone Finale