Trekking sul ghiacciaio dell’Adamello alla scoperta del luoghi tanto cari a GIOVANNI PAOLO II. Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell'infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime."
GIOVANNI PAOLO II Da allora nacque il desiderio di intitolare una cima al Santo Padre. L’occasione di concretizzare questa idea, immediatamente accolta dalla Provincia Autonoma di Trento e dal Comune di Carisolo, si verificò il 28 settembre del 1996, nella circostanza della consegna del premio internazionale “Solidarietà alpina”, che annualmente viene conferito nella località di Pinzolo. Con gli organizzatori dei viaggi papali si decise di realizzare una nuova croce, con il granito dell’Adamello, e di collocarla al posto della precedente in legno, in occasione dell’Anno giubilare del 2000, dedicandola a Giovanni Paolo II. Superate con determinazione tante difficoltà, da un’unica lastra di granito si ricavò una stupenda croce, che venne posta sul luogo ove era posizionata la piccola croce di legno sul picco denominato “Punta Croce Giovanni Paolo II”.
La Croce venne inaugurata da Giovanni Paolo II attraverso un collegamento video San Pietro- Adamello la sera del 31 Dicembre 1999 dopo il Te Deum di fine anno e secolo.
Ora la croce svetta a quota 3278 metri, a ricordo della presenza di Papa Wojtyla e del Giubileo del 2000 le sue grandi ali sembrano voler abbracciare tutto il mondo. E’ meta di un pellegrinaggio di giovani, che si ripete periodicamente, in collegamento con le Giornate Mondiali della Gioventù, anche per fare memoria di due grandi passioni del Papa polacco, e passioni anche di Benedetto XVI: la montagna e i giovani.
Vicino al tanto amato Rifugio Caduti dell’Adamello il Papa volle celebrare la messa su un altare anch’esso in granito solitario tra le rocce e i ghiacci, quasi a voler creare un punto fermo tra due ambienti cosi forti e diversi.
Le Guide Alpine Pinzolo Val Rendena rinnovano il ricordo di quelle storiche ed appassionate giornate con dei pellegrinaggi/escursioni, in tutta sicurezza, in quei luoghi tanto cari a Papa Giovanni Paolo II, in compagnia di un Accompagnatore che durante l’escursione/pellegrinaggio faccia rivivere, tramite alcune letture, i momenti e le riflessioni fatte da Giovanni Paolo II durante le sue due visite sul ghiacciaio del Adamello.
Vi faremo attraversare il ghiacciaio che fu teatro di una delle guerre più sanguinose e cruente dei nostri tempi - reperti bellici e detriti vari lo possono testimoniare tuttora - per arrivare alla nostra meta, il Passo della Lobbia Alta. Proprio lì si trovano l’altare, dove il Santo Padre era solito celebrare la Santa Messa, e il rifugio Ai Caduti dell’Adamello, ottimo punto di ristoro che ospita la campana dei caduti, un piccolo museo dedicato al Santo Padre e la piccola stanza dove egli soggiornò.
Programma A
Salita Rifugio ai Caduti Adamello e Altare Giovanni Paolo II
Primo Giorno
Ore 7.30: ritrovo presso piazzale della chiesa a Pinzolo, incontro con la Guida Alpina, consegna materiale (imbrago e ramponi) partenza per la Val Genova
La Val Genova è una valle del Trentino interamente compresa nel Parco Naturale Adamello Brenta, la più estesa area protetta del Trentino. È nota anche con il nome di Valle delle Cascate. Di origine glaciale, è percorsa dal torrente Sarca di Genova (uno dei tre rami che, confluendo a Pinzolo, formano il fiume Sarca), e si insinua per una ventina di chilometri tra i massicci montuosi dell'Adamello (a Sud) e della Presanella (a Nord). Il fondovalle e i pendii, sino a una quota di circa 2000 metri, sono ammantati di foreste di abeti. Scarsi gli insediamenti e le attività umane: ci sono alcuni rifugi alpini e alcune strutture ricettive, aperti però solo nella stagione estiva. Non vi sono né piste da sci, né impianti di risalita. I pendii, infatti, tendono ad essere estremamente ripidi e con numerosi precipizi, e la valle d'inverno è spesso soggetta a valanghe.
Piana di Bedole Ore 8.45: arrivo e partenza dalla piana di Bedole verso il Rifugio Mandron Città di Trento. Dal Rifugio Bedole (m. 1641) inizia il sentiero che, ben evidente, risale la costa boscosa superando con innumerevoli svolte il ripido balzo, che conduce alle vaste e aperte praterie sommitali. Usciti dal bosco, il sentiero ora meno ripido, attraversa lungamente gli antichi ed ormai erbosi circhi glaciali alzandosi gradatamente sulla valle, con una meravigliosa vista sui frontali Ghiacciai del Mandron e delle Lobbie. Dopo aver goduto di questi scenari della natura una visita è d’obbligo al “Centro Studi Adamello Julius Payer” (m. 2430 - ore 2.20-3.20). Una sosta è vivamente consigliata sia per visitare il Centro Studi sia per ammirare, dalla terrazza prospiciente il centro, i frontali ambienti glaciali. Nei pressi sono ancora visibili i ruderi
della vecchia Capanna Lipsia eretta nel 1915 dagli alpinisti germanici ed un piccolo cimitero di guerra. Continuando il sentiero e aggirato un costone dove sorge una chiesetta alpina, si arriva al Rifugio Città di Trento al Mandron (m. 2449 - ore 0.10, tot. 2.30 – 3.30).
Prima della cena incontro per alcune riflessioni immersi in una ambiente che non ha eguali. Cena e pernottamento al Rifugio Città di Trento al Mandron.
Secondo giorno
Ore 6.30: colazione. Ore 7.30: partenza dal rifugio. Poco oltre il Rifugio Mandron Città di Trento si incontrano numerosi laghetti, "pozze glaciali" con acque molto trasparenti, caratterizzate da abbondanti chiazze di eriofori. Ai piedi del fronte del ghiacciaio si trova il Lago Nuovo, così chiamato perché, sino a cinquanta anni fa, il ghiacciaio scendeva a quota notevolmente inferiore e di conseguenza il lago non esisteva: il ritiro ha permesso la formazione di questo nuovo specchio d'acqua, alimentato direttamente dalle acque di fusione. Il ghiacciaio è un luogo ricco di fascino, ma anche di insidie e pericoli, per questo è bene affidarsi, qualora non si abbia confidenza con questo nuovo ambiente, ad una Guida Alpina e legarsi "in cordata". La Guida Alpina conosce, infatti, la via per attraversare i ghiacci, ha esperienza nell'individuare eventuali tratti a rischio di crepaccio, può intuire l'evolversi della situazione meteorologica ed inoltre valuta con competenza l’eventuale utilizzo di attrezzature come i "ramponi", per camminare in sicurezza. La traversata sino alla Lobbia richiede poco più di un'ora e mezza, su pendenze poco sensibili e talora su neve. Il panorama è spettacolare: il bianco diventa colore per eccellenza e l'escursionista è dominato dalle Lobbie, dal Corno Bianco e dalle altre cime che racchiudono l'estremità settentrionale di questo ghiacciaio. Dopo 3/4 ore di cammino si giunge al Rifugio Ai Caduti dell'Adamello, nei pressi del Passo della Lobbia ed ai piedi della Lobbia Alta. Dal rifugio, costruito sulla rovine di un avamposto italiano della Grande Guerra, si ammirano il ghiacciaio di Lares, le cime del Crozzon di Lares e del Corno di Cavento, teatri, come la stessa zona del rifugio, di violenti e sanguinosi
scontri durante la Grande Guerra. Proprio qui, nel luogo più aspro e conteso, troviamo il S. Altare.