ARCHIVIO VISANI 
               
                ARCHIVIO ALBERTI P. 
               
                ARCHIVIO COSMANO A.  
               
                ARCHIVIO 1ª GUERRA 
               
                CADUTI ITALIANI C.GRAP.  
               
                CADUTI AUSTRIACI C.GR.  
               
                         CADUTI UNGHERESI C.GR.  
               
                CADUTI TEMPIO OSSARIO     BASSANO DEL GRAPPA               
               
                MED. ORO MONTE GRAPPA  
               
                MED. ORO 
                  1ª GUERRA     MONDIALE 
                 
                IL GENERALE GIARDINO 
               
                IL GENERALE CADORNA 
               
                IL GENERALE DIAZ               
               
                FORTIFICAZIONI GRAPPA               
               
                BOLLETTINI DI GUERRA     DAL 13 NOVEMBRE - 31      DICEMBRE 1917  
               
                MONTE TOMBA 
               
                GUERRA SUL MONFENERA 
               
                TERRA DI NESSUNO 
               
                TRINCEA  
               
                LA CONQUISTA DEL COL     MOSCHIN 
               
                L'ULTIMA OFFENSIVA 
               
                33° REGG. ARTIGLIERIA     
               
                7° REGG. ART. P. C. 
               
                ERWIN ROMMEL IL GRAPPA 
    DAL SUO DIARIO 
 
  DEDICA ALLA MADONNA     DEL GRAPPA 
               
                INDIRIZZI GRANDE     GUERRA  
           
                Tracciato di trincea 
          
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        Trincea 
                       Il comandante di compagnia e i
            comandanti di plotone stabilivano
            il tracciato della linea, le opere
            di fiancheggiamento e gli ostacoli,
            il profilo dei ripari, la distanza e il
            numero delle traverse e altre opere
            complementari; infine indicavano
            l’andamento dei camminamenti. 
            La trincea doveva adattarsi al terreno,
            seguendo un andamento irregolare,
            in linea retta per ottenere il
            fiancheggiamento, cioè poter colpire
            la posizione nemica di fianco, nel
            senso della sua maggior lunghezza. 
            Il percorso non doveva, quindi,
            avere punti con angoli troppo acuti.
            Le sporgenze lungo il percorso della
            trincea erano postazioni per le
            mitragliatrici o piccoli mortai per un
            tiro di “fiancheggiamento assoluto”. 
            Su molte trincee si può ancora scorgere
            la traccia dello scalino che serviva
            ai soldati per appoggiarsi per il
            tiro radente. Talvolta sul gradino si
            teneva pronto uno scudo d’acciaio
            da mettere a posto sul parapetto
            per riparare il tiratore. La larghezza
            della trincea doveva essere non più
            larga di quanto occorreva al soldato
            in completo assetto a passare senza
            difficoltà. Ogni 20-30 metri veniva
            scavata nella parete una nicchia
            ove i soldati potevano scansarsi
            per non intralciare il trasporto dei
            feriti. Per ripararsi dalla pioggia, dal
            vento e dalla neve, si adoperavano
            tavole rivestite di carta catramata,
            poi ricoperte di terra e sistemate in
            modo da poterle togliere con rapidità. 
            Ad ogni tratto di 10 metri coperto,
            doveva seguirne uno di 20
            metri scoperto. Per tenere asciutta
            la trincea, si provvedeva allo sfogo
            dell’acqua con piccoli canali in lieve
            ma continua pendenza. Le norme
            del comando della Quarta Armata indicavano
            che i ricoveri fossero scavati nelle
            scarpate di trincea con l’entrata mai rivolta
            al nemico e ad una certa profondità sotto
            il parapetto. La scarpata interna della trincea,
            che doveva essere molto ripida, era
            rivestita con tavole, graticci, reti metalliche
            e pali. 
            A 30 metri dalla trincea venivano infine posti
            degli ostacoli: i reticolati erano i più efficaci.
            Per non danneggiare o impedire il tiro,
            i reticolati erano disposti all’altezza di circa
            un metro, fissati su paletti con filo di ferro
            poco teso e non troppo intrecciato. 
            Se la vicinanza dei nemici impediva di costruire
            un reticolato efficiente, si gettavano
            durante la notte, davanti alle trincee, dei
            cavalli di Frisia ancorati tra loro. Venivano
            preparati anche campi minati con speciali
            granate munite di spoletta a frizione, fissate
            su appositi paletti per evitare di rovinare
            gli ostacoli. 
           
          (TRATTO DA WWW.LAGRANDEGUERRA.IT) 
            
          Postazione fucilieri            
            
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