Percorso storico Merlo Carpanè
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Il percorso consente di visitare alcuni siti della Prima Guerra Mondiale recentemente recuperati ad opera dell'amministrazione comunale, esistenti sull'asse dei sentieri Cai 36 e 35 che salgono rispettivamente dalla contrada Merlo e da Carpanè.
Il percorso ad anello parte dalla località Merlo e segue la mulattiera lastricata che risale la valle omonima. Già dopo pochi minuti di cammino una prima serie di gallerie collegate tra loro, con diramazioni laterali, finestre, feritoie e punti di osservazione, sorprende per imponenza e lunghezza.
Più in alto alla quota di m. 350, sul crinale della montagna trapassato da altre gallerie e percorso da trincee, una postazione di artiglieria è stata attrezzata a punto di osservazione con indicazione a giro d'orizzonte di monti e località. Nelle vicinanze una baracca in pietrame a secco, ottimamente sistemata, funge da ricovero d'emergenza. Passando da casara Praventor e attraversato un sentiero di mezza costa totalmente rifatto, il percorso dei siti di guerra si sposta sul sentiero 35 per raggiungere il Col di Costa Alta a 634 m .. Anche qui gallerie e trincee ed altre opere belliche a testimonianza della grande importanza di questo crinale per il controllo della Valbrenta e della Val Frenzela. La discesa a Carpanè utilizzando ancora vecchie strade militari, permette di imboccare la nuova via ciclopedonale a monte della ferrovia, che porta alla contrada Merlo chiudendo il percorso ad anello. Il tragitto può essere effettuato nei due sensi.
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Cenni Storici
Nel corso della prima guerra mondiale la Valbrenta, nell'ipotesi di una possibile invasione da Nord, assunse un ruolo strategico importante. A partire dal 1916, a seguito degli interventi di sistemazione difensiva militare sul Monte Grappa, si rese necessario creare delle strutture di collegamento e continuità con le difese esistenti sull'altopiano di Asiago.
Numerose linee di sbarramento formate da gallerie, trincee, camminamenti, postazioni ecc., furono, pertanto realizzate sui versanti che dal Monte Pertica, Col d'Anna e Col Moschin scendevano a valle.
Le opere di difesa che, anche in comune di San Nazario furono realizzate, sono ancora presenti, anche se in abbandono.
Il recupero recentemente effettuato consente di valorizzare in parte questo vasto patrimonio storico.
Breve storia delle difese
Gli sbarramenti della valle del Brenta presso Valstagna formavano parte della sistemazione difensiva del Altopiano d'Asiago e vennero iniziati nell'estate del 1916, contemporaneamente ai lavori della linea marginale della quale formavano la continuazione attraverso la Valle del Brenta. I più importanti erano quelli di Carpanè e del Merlo; con essi faceva sistema uno sbarramento avanzato detto di Rivalta. Partiva quest'ultimo dalle rocce di Col Moschin (Sasso del Cane), scendeva lungo il ciglio meridionale della stretta valle della Corda e del Pian dei Zoppi, passava il Brenta e per Roncobello saliva fin contro le rocce del Sasso Rosso. Lo sbarramento di Carpanè dalle Laste ossia del Col Moschin scendeva fin presso l'abitato di Carpanè, attraversava il fiume ed in due rami saliva al Col d'Asiago a collegarsi con quell'importante caposaldo della linea marginale. Seguiva lo sbarramento del Merlo che da Col Moschin scendeva seguendo l'orlo del costone roccioso che precipita nel Brenta presso le case del Merlo, passava il Brenta e saliva a raggiungere le rocce che si spiccano da M. Campolongo con direzione da Sud a Nord. Tali sbarramenti erano costituiti da elementi di trincee scavati in roccia, posizioni e nidi di mitragliatrici a tiro frontale e fiancheggiante, sistemate in caverna od all'aperto, ricoveri in caverna, sentieri di collegamento, il tutto protetto da vari ordini di reticolati. Lo sbocco della Val Frenzela era battuto da artiglieria campale sistemata in caverna. La Commissione di cui è cenno nel foglio al quale la presente memoria risponde, si riunì quando tali sbarramenti erano in stato di avanzata costruzione e non fece che proporre il collegamento di essi con le difese, fronte ovest, del ciglione del massiccio del Grappa e con quelle progettate di sponda sinistra del Brenta.
L'ambiente
Risalendo la Val del Merlo fino al Col Moschin i nostri scarponi pestano una successione di rocce calcaree che si sono formate a partire da 200 milioni di anni fa. Esse sono il risultato di una lenta deposizione su di un fondale marino di depositi alluvionali e di gusci, scheletri di organismi dei quali troviamo ora le testimonianze fossili (ammoniti e altri molluschi). Dal fondovalle alla zona sommitale troviamo in ordine stratigrafico la dolomia, i calcari grigi, il rosso ammonitico ed infine il biancone.
Tutte queste rocce sono soggette a carsismo, in quanto l'acqua meteorica, combinandosi con l'anidride carbonica, discioglie il calcare in esse contenute. Questa situazione è il motivo dell'assenza di acqua in superficie e di conseguenza della scarsità di anfibi. Comuni in tutto il territorio sono i rettili quali l'orbettino, il biacco, il colubro d'esculapio e la vipera, dei quali si cibano rapaci come l'aquila reale, la poiana ed il gheppio che si alzano in volo dalle maestose pareti sottostanti i Colli Alti.
I prati aridi che si incontrano durante la salita si colorano a partire dalla primavera di numerose orchidee e di rare entità floristiche quali la Moltkia suffruticosa e la Centaurea alpina . Questo ambiente, ideale per il variopinto volo di numerose specie di farfalle ( Parnassius apollo , Inachis io ), è l'ultima dimora della coturnice, un uccello che ha risentito molto dell'abbandono dello sfalcio sui versanti pedemontani. In autunno i ciclamini profumano i vari boschi della zona. Essi sono caratterizzati nel piano vallivo dal carpino, l'orniello e la roverella, mentre man mano che si sale in altitudine compare il faggio che lascia spazio più in quota all'abete rosso e al larice. Tra i mammiferi più visibili all'escursionista lungo il percorso citiamo il capriolo, il camoscio, la lepre e lo scoiattolo.
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Percorso di accesso alla “Galleria di Angelo” lungo il sentiero storico. Si tratta di una serie di gallerie collegate tra loro, con diramazioni laterali, finestre, feritoie e punti di osservazione.
Ingresso Galleria in località Colle del Merlo mt. 350 sl.
Veduta da trincea sul Colle del Merlo verso la Valle del Brenta e l'Altopiano di Asiago.
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PICCOLA GALLERIA FOTOGRAFICA
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