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Elenco dei militari che incontrarono gloriosa morte sul campo di battaglia
Ufficiali
1° Gruppo
Tenente Medico Tosi Dott. Giuseppe
S. Ten. Cortese Sig. Edgardo
2° Gruppo
Tenente Ghini Sig. Vittorio
Tenente Medico Pesce Sig. Manfredo
Tenente Gualnieri sig. Costantino
S. Ten. Clivio sig. Enrico
3° Gruppo
Tenente Giusti sig. Annibale
S. Ten. Bucciarelli Sig. Gaddo
4° Gruppo
S. Ten. Falco sig. Luigi
Magg. Morelli Cav. Attilio
Tenente Schenardi sig. Luigi
Asp. Uff. Marrugo sig. Ettore
Truppa
Caporale Gambi Nestore
Soldato Pessini Marcello
Soldato Scallia Augusto
Soldato Boriato Alberto
Soldato Caprio Sestilio
Soldato Addari Temistocle
Soldato Iacconcelli Alessandro
Trombettiere Pantarotta Ernesto
Trombettiere Barborini Emilio
Caporale Segreti Domenico
Soldato Magistrato Nazzareno
Soldato Giardi Giovanni
Soldato Sonalieni Pio
Soldato Castiglioni Eugenio
Cap. Magg. Colombo Carlo
Soldato D'Acquino Enrico
Caporale Artolani Alberto
Cap. Magg. Tesi Angelo
Trombettiere Rossi Luigi
Trombettiere Guerrieri Angelo
Soldato Scirelli Mauro
Soldato Caratelli Guido
Soldato Pistelli Pasquale
Soldato Bellerdati Vincenzo
Soldato Orlandi Guglielmo
Soldato Lepore Francesco
Soldato Serri Nicola
Soldato Gasmacci Emilio
Soldato Giuliani Lelio
Sergente Menegardi Petrangelo
Soldato Bruto Alsuero
Soldato Benizzati Attilio
Soldto Vicentini Luigi
Appuntato Tresoldi Cesare
Appuntato Cima Giuseppe
Appuntato Pastella Ercole
Serg. Magg. Fontinutti Domenico
Soldato Cornei Giuseppe
Soldato Liberale Augusto
Soldato Calvaresi Eugenio
Cap. Magg. Aresio Vittorio
Soldato Mantello Silvio
Cap. Magg. Cassati Luigi
Soldato Soriani Ferruccio
Trombettiere Berdona Giacomo
Trombettiere Zanotti Guido
Sergente Signorelli Martino
Soldato Donini Vitaliano
Sergente Fesciani Valentino
Soldato Giorgio Domenico
Sodato Campetella Giuseppe
Soldato Brudegani Leone
Soldato Guarascio Francesco
Morti per la Patria
Ufficiali: N. 12 --- Truppa: N. 53
Ricompense
Medaglie
Ufficiali
Medaglia d'Oro
Cortese Edgardo da Napoli, Sottotenente 33° Regg. Art. Campagna.
“Fornito di grande coraggio, sollecitò durante il suo servizio di Guerra il posto più pericoloso e l'assolvimento dei più difficili compiti. Di pattuglia, in trincea, durante un sanguinoso combattimento e ferito, non volle lasciare il proprio posto, ma anzi da solo, si mise ad azionare una mitragliatrice abbandonata, falciando l'irrompente nemico, fino a che cadde, sotto al reticolato, crivellato di colpi, spirando con nome d'Italia sulle labbra.”
Monte Asolone, 15 Giugno 1918
Medaglie d'Argento
Ufficiali
S. Tenente Clivio Sig. Enrico
Capitano Matricardi Cav. Gaetano
Tenente Del Giudice sig. Alberto
Tenente Borruso sig. Salvatore
Tenente Chiodelli sig. Mario
Capitano Arcuri sig. Vincenzo
Capitano Domini sig. Orlando
Maggiore Fietta Cav. Pietro
Truppa
Caporale Forzi Gelindo
Caporale Furi Mario
Soldato Grassi Fernando
Soldato Vegetali Ilario
Soldato Pellegrino Ernesto
Soldato Fagiola Augusto
Soldato Rizzo Gabriele
Medaglie di Bronzo
Ufficiali
Maggiore Morelli Cav. Attilio
Tenente Pesce Dott. Manfredo
S. Ten. Guerrieri sig. Giovanni
Maggiore Bianchi D'Espinosa Cav. Enrico
Capitano Matricardi Cav. Gaetano
Tenente Aimici sig. Ugo
Tenente Borruso sig. Salvatore
Tenente Cremonini sig. Giovanni
Tenente Tarasconi sig. Cipriano
S. Ten. Pantanelli sig. Armando
S. Ten. Zito sig. Ettore
S. Tenente Locurcio sig. Giuseppe
Maggiore Locascio Cav. Eugenio
Tenente Romagnolo sig. Mario
Tenente Ghini sig. Vittorio
Tenente Costantini sig. Agapino
Tenente Olivo sig. Alfredo
S. Ten. Bartalini sig. Ugo
Tenente Crescenzi sig. Francesco
Capitano Ruggeri sig. Cesare
Tenente Mantovani sig. Francesco
Ufficiali dell'Ordine della Corona l'Italia
Colonnello Ghiron Cav. Ernesto
Truppa
Sergente Giacomuzzi Carlo
Sergente Facci Giuseppe
Sergente Menegatti Gastone
Soldato Viviani Casimiro
Sergente Bombana Antonio
Caporale Maccris Luigi
Serg. Magg. Visani Archimede
Serg. Magg. Chiatti Placido
Soldato Caterini Donato
Soldato Taschino Domenico
Soldato Rollo Massimo
Sergente Scalera Michele
Cap. Magg. Bindelli Gaetano
Soldato Fiori Eligio
Soldato Turato Angelo
Caporale Campana Romano
Soldato Della Sciava Edoardo
Soldato Orlando Giuliano
Sodato Del Pin Arduino
Sergente Menegardi Pietro
Soldato Giacobini Enrico
Soldato Berghiato Alberto
Soldato Lo Veccio Vincenzo
Caporale Slabba Pietro
Serg. Magg. Ardighie Luigi
Serg. Magg. Babbris Luigi
Soldato Pacchiarotti Mario
Cap. Magg. Caffiniga Mario
Soldato Bonaccioni Arturo
Sergente Fioramanti Alfredo
Cap. Magg. Marta Martino
Soldato Paglierini Vittorio
Soldato Pittito Achille
Cap. Magg. Loschi Emanuele
Cap. Magg. Foglia Biagio
Soldato Tauresano Angelo
Medaglie Medaglia d'Oro ---- Ufficiali: N. 1
Medaglie d'Argento --- Ufficiali N. 8 --- Truppa N. 7
Medaglie di Bronzo --- Ufficiali N. 21 --- Truppa N. 36.
Ufficiali dell'Ordine della Corona d'Italia --- N. 1
Promozioni per merito di guerra
Ufficiali
a Capitano: Arcuri sig. Vincenzo
a Tenente: Torelli sig. Adriano
a Tenente: Giusti sig. Annibale
a Tenente: Oscuri sig. Luigi
a Tenente: Spandonaro sig. Umberto
Truppa
ad Aiutante di Batt.: Monfico Antonio
ad Aiutante di Batt.: Petrolini Francesco
ad Aiutante di Batt.: Pezzani Matrone
a Sergente Maggiore: Urbani Giulio
a Sergente Maggiore: Mantico Antonio
a Sergente: Molini Giovanni
a Sergente: Petrolini Francesco
a Sergente: Pezzani Matrone
a Sergente: Cimenti Pietro
a Sergente: Paparone Amedeo
a Sergente: Foschiani Valentino
a Sergente: Del Fior Giovanni
a Sergente: Pintano Luiglio
a Sergente: Stocchetti Alcide
a Sergente: Bindelli Gaetano
a Sergente: Marmai Luigi
a Cap. Magg.: Pirola Giuseppe
a Caporale: Paltrinieri Enfo
a Caporale: Tonnello Oreste
Encomi
Ufficiali
Maggiore Venzi Cav. Emilio
Capitano Betossi sig. Enrico
Capitano Matricardi sig. Gaetano
S. Tenente Comadrini sig. Giuseppe
Capitano Roveglia Vittorio
S. Tenente Volpe sig. Carlo
Capitano Gatto sig. Carlo
Tenente Martini sig. Vittorio
Tenente Tacchi sig. Mario
S. Tenente Faina sig. Carlo
S. Tenente Barbani sig. Alberto
Capitano Bagna sig. Angelo
Tenente Dunnini sig. Orlando
Tenente Berardi sig. Federico
S. Tenente Balli sig. Vincenzo
S. Tenente Liparini sig. Mario
S. Tenente Di Salvo sig. Luigi S. Tenente Onorati sig. Alberto
Tenente Dunnini sig. Alberto
Aspirante Crescensi sig. Francesco
Tenente Vannozzi sig. Francesco
Maggiore Sesia Cav. Umberto
Tenente Arcuri sig. Luigi
S. Tenente Boscherini sig. Enrico
Capitano Capotondi sig. Pietro
S. Tenente Mantovani sig. Francesco
S. Tenente Cortese sig. Edoardo Capitano Dumini sig. Orlando
Tenente Callanti sig. Stefano
Tenente Pastori sig. Luigi
Croci al merito di guerra
Ufficiali N. 67 --- Soldati N. 367
Comandanti di Reggimento durante il periodo bellicoColonnello Marro Comm. Prospero
Colonnello Verani di Castelnuovo Barone Carlo
Colonnello Ghiron Cav. Ernesto
Colonnello Coltelli Cav. Leonida
Colonnello Baseggio Cav. Cesare
8° Gruppo Obici Pesanti Campali
L'8 Gruppo O. P. C., già 2° gruppo del 2° Reggimento Pesante Campale, Costituito dalle batterie 18ª e 19ª (già 4ª e 5ª) varcò il vecchio confine italo – austriaco il 24 maggio 1915.
Variazioni avvenute nella formazione del Gruppo
Dal 13 agosto 1916 al 10 settembre 1917 venne aggiunta la 12ª Batteria O. P. C. del 1° Reggimento Pesante Campale. Dal 12 marzo 1918 in poi l89ª batteria O. P. C. del 6° Reggimento da Campagna.
Azioni alle quali partecipò
Il gruppo partecipò brillantemente a tutte le undici battaglie dell'Isonzo, alle azioni svolte per opporsi all'invasione austriaca del Trentino, alla ritirata sul Piave, a tutte le azioni di resistenza svolte sul medio Piave, nel settore di Maserada, e alla battaglia di Vittorio Veneto, restando costantemente in linea, forse unico tra i gruppi Pesanti Campali.
Partito il 30 aprile 1915, dalla sua sede di Persiceto, rientrava a Roma solo il 27 marzo 1920 destinato a far parte del 7° Reggimento Pesante Campale.
Fronte dell'Isonzo (Maggio 1915 – Maggio 1916)
Il 24 maggio 1915 le batterie varcarono il confine prendendo posizione sulle colline di Medea per proteggere l'avanzata delle fanterie, quindi il 5 giugno a Capriva e Russiz per le azioni sul Podgora; e l'11 giugno a Dobbia e Bestrigna per le operazioni per la conquista dei trinceramenti nemici dei Sei Busi, di Seltz, M. Cosich, (Q. 121).
In tale periodo la 18ª batteria, e precisamente nella notte dell'11 giugno, portava un pezzo presso il ponte di Sagrato e la mattina successi va in iziava il tiro contro l'incile della diga di Sagrato per demolirlo e togliere così l'inondazione del terreno circostante provocata dagli austriaci. Non essendo riuscito efficace il tiro, il 14 giugno, di pieno giorno, riportava arditamente il pezzo fin quasi sulla linea della fanteria e nonostante il tiro avversario riusciva nell'intento.
Del brillante episodio venne fatto cenno in uno dei bollettini di guerra del Comando Supremo. Per l'azione del 18 luglio 1915, svolta da Dobbia, S. E. il Tenente Generale Garioni comandante del corpo d'armata fede pervenire alle batterie uno speciale encomio, prescrivendo che esso venisse annotato sui libretti personali dei Comandanti di Batteria.
Il 1° novembre 1915 le batterie si trasferirono sul Carso, a Castelnuovo, presso q. 97 alle dipendenze da prima del 10° e in seguito del 13° C. A..
In tale località, fino al 10 marzo 1916, presero parte a tutte le azioni svoltesi sulle trincee del Groviglio, Tortuosa, Frasche, Razzi, Morti, ecc. e il 28 febbraio ebbero l'onore di essere visitate da S. M. il Re che si degnò di esprimere il suo alto compiacimento.
Il 10 Marzo le batterie passarono alle dipendenze del 7° Corpo d'Armata e si trasferirono nel settore Podgora – Sabotino prendendo posizione nelle vicinanze di Iazbanah, prestando il loro concorso in tutte le operazioni successive per la conquista del Podgora e del Peuma.
Altopiano di Asiago (Maggio – Luglio 1916)
Il 17 maggio al gruppo accantonato a Sarcedo, dove si era trasferito da Iazbanah, pervenne l'ordine di portarsi d'urgenza sull'Altipiano di Asiago essendosi ormai sviluppato l'imponente sforzo offensivo nemico.
Con fierezza Ufficiali e soldati, dopo avere, fin dal 1° giorno della guerra, lottato senza posa sulle contrastate fronti dell'Isonzo e del Carso, appresero l'ordine che li chiamava nel punto ove più violento si palesava l'attacco nemico. Con gioia affrontarono le fatiche della lunga marcia da Sarcedo al Turcio, compresi dall'alto valore che l'opera loro veniva ad assumere, perché intesa a difendere il minacciato suolo della Patria.
La notte del 20 ambedue le batterie raggiunsero la linea di fuoco: la 18ª al Termine, la 19ª alle Casare di Campolongo; furono così in grado di partecipare all'accanita lotta del giorno 21, contribuendo a ritardare il più possibile l'avanzata nemica. Dopo che la maggior parte delle batterie leggere avevano ripiegato e altre di medio calibro, pur retrostanti, avevano fatto saltare i pezzi, perché non avessero a cadere nelle mani dell'avversario, dopo che le fanterie stesse avevano dovuto ritirarsi, esse rimasero sulle loro posizioni a far parte dei gruppi di resistenza. Giunto pur a loro riguardo, nelle primi ore pomeridiane, l'ordine di portarsi in nuove località più arretrate, effettuarono il ripiegamento con tutti i propri elementi in ordine e dopo aver provveduto, col trasporto a braccia, al ritiro delle munizioni che non trovavano posto nei cassoni. Non solo, ma convinti della necessità che nulla dovesse essere abbandonato al nemico, gli Ufficiali di batteria impedirono negli intervalli di fuoco, che le truppe in ritirata deponessero sulla via armi e munizioni. All'identico fine, mentre le colonne nemiche si trovavano a brevissima distanza, Ufficiali e sodati della 19ª batteria, dopo aver ripiegato la propria linea telefonica, inutilizzarono l'altra linea, che dall'osservatorio del Cimante conduceva al Comando di raggruppamento di Artiglieria d'Assedio, portando al sicuro i relativi apparati.
Alla 19ª batteria inoltre, mentre già era pervenuta in prossimità di Asiago, fu ad essa inviato dal Generale Murari Brà, Comandante delle truppe di resistenza, l'ordine di prendere posizione su Monte Erio, per disimpegnare due batterie del 41° Reggimento Artiglieria da Campagna, piazzate a ridosso della strada di Campolongo. Immediatamente essa si diresse verso il luogo indicato e già pezzi e cassoni avevano ascesa la cima del Monte allorché venne di nuovo ordinato il ripiegamento.
Proseguì in seguito l'avanzata nemica; le prime sue pattuglie raggiunsero il distrutto Ponte di Roana. Occorreva proteggere il graduale preordinato ripiegamento delle fanterie antistanti; render possibile lo sgombero di importanti località, soprattutto di Asiago; impedire eventualmente che l'avversario avesse ad attaccare con successo la stretta del Turcio.
Per tale compito le batterie presero posizione a cavallo della strada sulle linee del 5° Reggimento Bersaglieri, con osservatorio a Villa Dal Brun.
Nelle cantine di quella casa, in antecedenza adibita ad uso polveriera, era stata lasciata ingente quantità di munizioni, di miccie, di esplosivi; di propria iniziativa, gli Ufficiali del gruppo e l'esiguo personale telefonista provvidero allo sgombero totale nei pochi istanti di riposo, soprattutto nelle ore di notte, pensando a inviare ai Reggimenti di Fanteria, che ne facevano richiesta, le munizioni occorrenti. Non una delle cartucce, che in quantità superiore al milione eran raccolte nei sotterranei della Villa, vi rimase allorché nelle prime ore del 26 il gruppo si portò, dietro ordine ricevuto, a campo Rossignolo. Installati i pezzi, le batterie il giorno 30 colpirono in pieno, e decimarono, colonne nemiche in marcia nei pressi di Asiago e concorsero a respingere nella notte del 31 un attacco nemico nelle vicinanze di Villa Dal Brun.
Necessitava però portarsi in posizioni più avanzate, per disturbare con maggiore efficacia il nemico nei suoi movimenti e preparare la nostra contro offensiva; a tal uopo la 18ª batteria occupò il 2 giugno la sua nuova posizione di Val Melago, donde concorse a tutte le azioni della 34ª Divisione e la 19ª si installò il 5 giugno sul limite del Bosco di Mosca, partecipando a tutti i fatti d'arme prima della 34ª poi dell 28ª Divisione e in particolar modo della Brigata Lombardia, con la quale si mantenne in continuo collegamento. Il terreno compreso fra Buso ed Ave rimase così soggetto, in ogni suo tratto, al tiro delle due batterie pesanti; in unione, assai spesso, con le batterie della 45° Artiglieria da Campagna, furono diuturnamente dispersi gruppi nemici, addetti a lavori di trincee o avvicinantesi alle nostre posizioni, battute le zone più coperte, ove essi solevano adunarsi, distrutti importanti depositi di munizioni.
Il giorno 8 giugno, proseguendo lo sforzo nemico per l'occupazione di posizioni più avanzate, la 19ª batteria avvistò per prima le colonne nemiche moventi all'attacco del paese di Gallio; immediatamente vi diresse il proprio tiro, provocando fra le file in marcia visibili perdite; indi, in concorso con la 18ª, cinse di una barriera di fuoco le pendici nord-ovest del Monte Sisemol arrestando le masse lanciate all'assalto e battendo in seguito le località, donde esse si erano dipartite, per impedire soprattutto nell'evenienza di un nostro contrattacco l'arrivo di rinforzi.
Una volta occupato il Monte Sisemol, ogni sua cura l'avversario pose nell'apprestarlo a difesa; tre forti linee di trincee digradanti dalla cima della montagna furono da esso prontamente costruite; solidi ordini di reticolati vi furono anteposti. Le batterie, dopo averne quotidianamente disturbati i lavori, batterono di poi in ogni punto i trinceramenti nemici, sconvolgendoli. Per i magnifici risultati ottenuti, il Generale Comandante la Brigata Lombardia, si compiacque di far pervenire al Comando di gruppo il suo particolare lusinghiero encomio.
Adempiuto così il loro compito per quanto aveva riguardo alla preparazione della nostra controffensiva, dopo aver agito da Zaibena ad Asiago, dalle Melette all'Assa in intima fusione con le fanterie, le batterie ne protessero palmo a palmo l'avanzata, perché nell'intricato terreno non avessero a verificarsi attacchi di sorpresa.
Le posizioni occupate divennero così inadatte ad azioni future e il 27 giugno, dietro ordine del Comando d'Artiglieria, vennero perciò iniziati i lavori per le nuove postazioni verso San Domenico e a Pesavento. Nel pomeriggio del 28 però sopraggiunse l'ordine di abbandonare i lavori che l'instancabile attività della truppa aveva già ultimati, e di occupare nuove posizioni tra Gallio e Rodighieri, con obiettivi costone Monte Interrotto e Moseiagh e nella notte l'uno e l'altro reparto si portarono sulle posizioni rispettive, pronti nelle prime ore del mattino ad aprire il fuoco. Per il celere spostamento eseguito, ad onta dell'aspro ininterrotto lavoro dei giorni antecedenti, il Comando dell'Artiglieria del 14° Corpo d'Armata fece pervenire al Comando di Gruppo il suo gradito encomio, con incarico di estenderlo a tutti i dipendenti.
Il 3 e il 7 luglio le batterie si portarono in nuove posizioni per l'azione su Monte Rasta, Monte Interrotto e Monte Zebio e il 16 luglio si spostarono in Valle Campomulo per l'azione del giorno 22.
Il 23 luglio giunse l'ordine di trasferimento alla 3ª Armata e le batterie iniziarono la marcia verso Bassano.
Animato dal più profondo senso della disciplina e del dovere, sorretto dalla fede più alta nei destini della Patria, in ogni ora, sia di trepida ansia, sia di sublime esaltazione, l'intero gruppo nell'adempimento della missione ad esso affidata ha aggiunto sulla fronte del Trentino una nuova pagina di fermezza e di valore tanto che S. E. il Tenente Generale Pecori Girali, Comandante la 1ª Armata, si binignava tributargli il seguente encomio solenne con ordine del giorno 24497 in data 26 luglio:
“Accogliendo la proposta inoltratami da codesto Comando con foglio N. 34 R. in data 22 corr. tributo all'8° Gruppo Obici Pesanti Campali del 2° Artiglieria Pesante Campale l'encomio solenne, da considerarsi come iscritto all'ordine del giorno del Comando d'Armata e da riportarsi sulle carte personali di tutti i militari che ad esso appartengono con la motivazione:
In 14 mesi di guerra, passati senza interruzione sulla linea di fuoco nei vari settori, le batterie dell'8° gruppo Obici Pesanti Campali diedero sempre prova di slancio, di serenità nel pericolo, e di abnegazione nell'affrontare fatiche e disagi. Dalle posizioni che spesso occuparono sulle linee più avanzate e molto battute, la loro azione fu sempre pronta, esatta ed efficace. Nell'avanzata del 26 giugno si portarono arditamente in avanti sulle posizioni delle batterie da campagna effettuando lo spostamento con celerità ammirevole”. Maggio 1915 luglio 1916.
“Il Comando di Corpo d'Armata, da cui il gruppo dipende, provvederà a far dare ad esso comunicazione del presente encomio, con quella solennità che riterrà più opportuna a far risaltare agli occhi della truppa il valoroso contegno costantemente tenuto da così brillante reparto d'Artiglieria.
Il Ten. Generale Comandante di Armata
f.to Pecori Giraldi
P. C. C.
Il Colonnello Capo di S. M.
f.to Clerici
Fronte dell'Isonzo (luglio 1916 – ottobre 1917)
Il 30 luglio 1916 le batterie reduci dall'Altopiano di Asiago presero posizione a Bestrigna e parteciparono col 7° Corpo d'Armata alle azioni per la conquista delle alture di Monfalcone.
Il 7 agosto passarono alle dipendenze dell'11° Corpo d'Armata e prendendo posizione, prima presso le fornaci di Sagrato e poi a San Martino del Carso, presero parte alla conquista del San Michele e del margine est del Vallone di Devetaki.
Il 15 agosto le batterie si portarono nel Vallone di Devetaki in prossimità delle nostre prime linee e vi rimasero fino al 22 novembre cooperando alle azioni per la conquista delle successive linee di difesa austriache fino a quella Faiti – Castagneviza (settembre – ottobre – novembre 1916).
In quest'ultimo giorno le batterie presero posizione sul Nadlogem tra la dolina Reno e quota 200 e vi rimasero fino al 27 ottobre 1917.
In tale periodo, oltre a partecipare alle azioni del maggio e agosto 1917, concorsero grandemente nel respingere i numerosi e violenti attacchi nemici dimostrandosi instancabili.
Tiri di controbatteria, tiri di disturbo, tiri d'interdizione, di rappresaglia, di sbarramento, vennero eseguiti in ogni ora e sempre con celerità ammirevole e con ottimi risultati.
Ritirata sul Piave (27 ottobre – 5 novembre 1917)
Il 24 ottobre sferrata l'offensiva nemica le due batterie iniziarono il fuoco e lo continuarono fino al 27 battendo i punti più minacciati, cambiando frequentemente obiettivo per portare il loro concorso dove maggiore era il pericolo specie nel giorno 27, dopo che erano state ritirate tutte le batterie d'assedio e gran parte di quelle da campagna.
Il 27 mattina alle ore 11.30, la 19ª batteria ripiegò prima sul San Michele e poi a Gradisca; alle ore 15 giunse l'ordine di ritirata anche per la 18ª batteria, ma per non abbandonare al nemico le munizioni che non trovarono posto nei cassoni, fu continuato il fuoco fino alle 17 caricando e lanciando anche 100 colpi a liquidi speciali, su Ranziano e sul Faiti già occupati dal nemico.
Poco dopo la 18ª batteria, ultima fra le batterie di medio calibro e precedendo di pochi minuti l'ultimo gruppo d'Artiglieria da campagna, abbandonò le posizioni in ordine perfetto, al passo, tra gli scoppi dei depositi di munizioni delle batterie d'assedio, gli incendi delle baracche e dei depositi vari e il fuoco delle mitragliatrici degli idrovolanti austriaci.
Riunitosi il gruppo presso Gradisca, alle ore 22 s'iniziò la ritirata sul Tagliamento e sotto una pioggia dirotta e incessante per strade ingombre e attraverso mille ostacoli, in due tappe faticosissime giunse il 29 ottobre, in ordine perfetto, al completo e con le proprie munizioni, a Morsano sul Tagliamento.
Il 30 ottobre le batterie presero posizione a Bolzano a protezione del ponte di Mandrisio, ma nello stesso giorno ricevettero ordine di portarsi presso San Vito per la difesa del ponte della Delizia, senonchè appena giunte un nuovo ordine le fece spostare prima a Bania poi a Bagnarola dove giunsero la mattina del 1° novembre. Poche ore dopo, si portarono in posizione tra Bando e Saletto e inquadrarono la sponda opposta del Tagliamento.
La sera del 3 novembre il gruppo ricevette l'ordine di ripiegare sul Piave e con due tappe faticosissime la sera del 4 giunse a Maserada in ordine, al completo e in piena efficienza, senza aver perduto né uomini, né cavalli, né materiali.
Ufficiali e truppa si dimostrarono superiori ad ogni elogio per spirito di sacrificio e per altissimo sentimento del dovere. Sebbene nel gruppo fossero oltre 50 militari delle terre tra Piave e Tagliamento e il gruppo attraversasse i loro paesi, non uno abbandonò il proprio posto; tutti, mirabile esempio di disciplina e di elevati sentimenti militari, seguirono le proprie batterie sorretti dalla fiducia nei capi e certi che presto si sarebbero ricacciati gli odiati invasori.
Piave (6 novembre 1917 - 6 novembre 1918)
Il 6 novembre le due batterie 18ª e 19ª presero posizione a Crosere, presso Villanova, ma il giorno 8 si spostarono tra Maserada e Lovadina e presero viva parte alle azioni svolte per fermare gli austriaci sulla sponda opposta del Piave.
In questo periodo grande fu l'attività delle batterie per supplire lo scarso numero di artiglierie disponibili nel Corpo d'Armata e nonostante i disagi e le fatiche della ritirata mai il personale dette segno di stanchezza.
Il 15 giugno, appena iniziata l'offensiva nemica, con violento tiro a gas, le batterie entrarono in azione prima di tutte le altre, e continuarono l'efficace loro tiro senza rallentare la cadenza, neppure quando gli aeroplani austriaci le mitragliarono da bassa quota colpendo ripetutamente specialmente i ricoveri della 19° Batteria. Cooperando così al brillante successo della 31ª Divisione rioccupando le posizioni dovute abbandonare la mattino e facendo prigionieri gli austriaci che, passato il Piave erano sopravissuti al violento bombardamento.
Il 18 luglio le batterie si postarono in posizione più arretrata, ma una a turno rioccuparono le vecchie postazioni per i tiri di disturbo e di controbatteria.
Il 19 ottobre l'89ª, e il 24 la 18ª, si spostarono in posizione ancora più avanzata per essere in grado di meglio concorrere alla prossima azione offensiva della 10ª Armata – Corpo d'Armata Inglese.
L'azione venne iniziata la notte del 27 e le batterie concorsero brillantemente a facilitare il passaggio a viva forza del Piave e alla successiva avanzata delle truppe Inglesi.
Il giorno 28 ottobre, alle ore 11, il gruppo cessò definitivamente il fuoco.
Il 6 novembre le batterie passarono il Piave e il 16 giugno giunsero a Cormons ove vennero adibite al servizio recupero materiali e munizioni. Nel gennaio 1919 il Gruppo passò alla dipendenza della 31ª Divisione (cessando di far parte del 2° raggruppamento pesante campale al quale apparteneva dal settembre 1917) pur continuando nel servizio anzidetto.
Il 25 marzo 1920 il Gruppo lasciò definitivamente la zona di Guerra per andare a costituire a Roma il 37° Reggimento Artiglieria Pesante Campale.
Dal 24 maggio 1915 al 3 novembre 1918 le due batterie 18ª - 19ª rimasero costantemente sulla linea di fuoco, disimpegnando sempre ammirevolmente i loro compiti. Il personale diede sempre prova di sereno coraggio, di sangue freddo e di sprezzo del pericolo; mai, anche nei momenti più gravi, venne meno la fiducia nella vittoria finale, mai venne meno lo spirito offensivo dei militari tutti; il morale fu sempre altissimo.
Oltre l'encomio solenne della 1ª armata, il gruppo venne proposto dal 10° raggruppamento d'assedio per una medaglia d'argento al valore e nel dicembre 1918 venne segnalato, dal Comando artiglieria della 9ª armata, come uno dei reparti d'artiglieria che maggiormente si distinsero durante l'intera campagna.
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